Sono le cinque di mattina, siamo al porto di Turbo. Siamo arrivati a Turbo la sera prima in quanto unico porto dove poterci imbarcare per raggiungere i paesini di Capurgana e Sapsurro, al confine con Panama.

Turbo è l’ultima cittadina collegata, venendo da sud, del Sud America. Da qui inizia il cosiddetto Darien Gap, 200km di giungla che dividono la Colombia da Panama che di fatto rappresentano l’unica interruzione alla Panamericana, la via di comunicazione che college via terra lo stretto di Magellano con l’Alaska.

Arriviamo presto al porto per imbarcarci su una delle lance guidate da scafisti che partono al mattino per Capurgana; tipo albanesi sullo stretto di Otranto negli solo che sono colombiani sulgolfo di Uribia. Il porto è ancora semisonnolente e se non è buio, il sole deve ancora sorgere.

Non abbiamo I biglietti, la sera prima avevamo telefonato ad un contatto locale che ci aveva ditto che provvedeva a tenerci i posti ma non avevamo concluso.

Siamo soli, fermi coi bagagli sulle spalle all’entrata, il Frac è in avantscoperta a vedere se c’è qualcuno in biglietteria. Si avvicina alla Cri un colombiano, chiede: “Italiani?” 

“Si”

“Que son ocho?” (siete in otto?)

“Si”

“Va a Capurgana?” (andate a Capurgana?)

“Si”

“Su nombre es Bianci?”

“Bianci?!? ah no, non c’è nessun Bianci qui. Non siamo noi”.

La Cri lascia il colombiano spiazzato sul posto e torna verso il gruppo. Augustus le chiede che voleva il colombiano. Cri le dice che cercava un gruppo di italiani di nome Bianci. “Ma come Cri? E secondo te, in sto posto sperduto da Dio, chi cercava secondo te??”. “Ma non abbiamo nessun Bianci!”. “Bianci no, ma Bianchi si, Eleonora! Sveglia!”